TERAMO – Domani, in consiglio comunale, potrebbe essere sancita la chiusura definitiva della scuola dell’infanzia di via del Baluardo. L’assemblea civica infatti è chiamata a votare l’ordine del giorno che propone la cessazione dei servizi erogati dalla scuola "Vittorio Emanuele II". Riceviamo e pubblichiamo una lettera di Dario Di Nucci, che nei mesi scorsi si è fatto promotore di un gruppo di genitori che lotta per evitare questa chiusura: è un appello a tutti i consiglieri che domani saranno chiamati ad esprimere il loro parere sulla proposta.
«Lo scorso mese di ottobre scrissi una lettera aperta indirizzata al Sindaco di Teramo con la quale lo esortavo a trovare una soluzione per mantenere aperta e funzionante la scuola dell’infanzia comunale "Vittorio Emanuele II" di via del Baluardo. La mia iniziativa traeva origine dalla consapevolezza che mi ero fatto in ordine non solo all’efficienza del servizio offerto dal personale che vi opera, ma anche alla peculiarità del servizio caratterizzato da alcune prerogative assolutamente uniche non solo nel panorama cittadino ma addirittura provinciale. E mi riferisco all’orario prolungato, al calendario di apertura, alla presenza di un dormitorio per i bambini più piccoli che potevano conservare l’abitudine del sonnellino pomeridiano. Un servizio unico, efficiente e con una tradizione ultra decennale che ne aveva fatto un orgoglio cittadino.
La mia lettera incontrava la cortese attenzione dell’assessore Piero Romanelli che attraverso gli stessi mezzi di diffusione da me in precedenza utilizzati mi rassicurava sul fatto che l’asilo (come affettuosamente mi viene naturale chiamarlo) non chiudeva, ma si trasformava in quanto presso il medesimo stabile avrebbero trovato definitiva e più confortevole sistemazione le due sezioni statali attualmente dislocatevi (ex De Albentiis) assorbendo anche gli attuali iscritti alla struttura comunale.
Fui vivamente gratificato dall’attenzione che un pubblico amministratore riservava alla richiesta (esortativa) di un semplice cittadino trovando la cosa segno di attenzione ai bisogni della gente, apprezzabile dal punto di vista umano ed istituzionale.
Ciò non di meno feci notare all’assessore, in una successiva lettera aperta, che la trasformazione comportava comunque la soppressione della storica istituzione scolastica, ma soprattutto la cancellazione dei peculiari servizi di cui sopra dal panorama cittadino.
Nella stessa nota mi premurai di avanzargli, sommessamente, una proposta di organizzazione di un servizio che definii 0-6 anni, una sorta di istituto comprensivo che accogliesse i bimbi in età da nido e li ospitasse nell’intero ciclo pre-scolastico. Tracciai brevemente i possibili vantaggi sociali ed economici ricavabili da una simile soluzione, già adottata con successo in alcuni comuni emiliani, e quindi non certo frutto di una mia visionaria fantasia. Soluzione che, tra l’altro, ove praticata, per la propria portata innovativa era stata occasione per attrarre finanziamenti pubblici (europei) e privati (fondazioni bancarie locali) in maniera tale da rappresentare l’occasione di creazioni anche di posti di lavoro e di investimenti migliorativi.
L’idea incontrò l’approvazione di un’altra coppia di genitori che spinti dallo stesso entusiasmo ne elaborarono un progetto strutturato dal punto di vista organizzativo (non pedagogico) che fu sottoposta all’attenzione dell’assessore.
Su questa proposta nelle settimane successive si sono susseguiti tre incontri con l’assessore Romanelli che mostrava grande disponibilità al dialogo e notevole entusiasmo per il progetto. In tutte le occasioni precisava sempre che la decisione della chiusura era ancora ferma ma ogni volta si impegnava ad esplorare la fattibilità tecnica delle soluzioni che gli andavamo a prospettare a fronte delle ragioni che di volta in volta enunciava a sostegno della ineluttabilità della chiusura della struttura di via del Baluardo.
Alla fine, nel mentre con una stretta di mano si assumeva l’ennesimo impegno di valutare le soluzioni proposte (di tale evidente bontà da lasciarlo senza argomenti di replica) dall’altro "esibiva" in trasmissione televisiva i suoi argomenti a sostegno della chiusura fatti di concetti di
"mantenimento degli standard di servizio" e di "project financing" (con riferimento al progetto del polo scolastico San Giuseppe) per poi rimanere basito e senza risposta all’ascoltatore che inviava un sms con il quale chiedeva come mai non fosse più semplice accorpare un asilo nido e la scuola dell’infanzia per realizzare l’aumento dei posti nido a lui tanto caro e nel contempo mantenere aperta la scuola dell’infanzia di via del Baluardo e con essa certamente elevati gli standards del servizio scuola offerto dal Comune di Teramo.
Così come basito e senza risposta rimaneva in occasione dell’interrogazione rivoltagli in consiglio comunale sulle soluzioni che l’Amministrazione intendeva adottare per mantenere i servizi attualmente offerti alle famiglie dalla struttura di via del Baluardo e destinati a venire meno.
La conferma della totale indifferenza dell’assessore alla nostra proposta (che di per se non sarebbe grave se non per il fatto che lui mentisse sapendo di mentire quando ci riferiva di averla discussa e valutata con il settore tecnico ed amministrativo dell’amministrazione) è venuta dall’incontro avuto con il Sindaco martedì pomeriggio il quale era completamente all’oscuro della proposta da noi avanzata e soprattutto dei risvolti economici vantaggiosi che permetteva di percorrere a questa Amministrazione in un momento di enormi difficoltà di bilancio.
Epilogo. La riunione di giunta dei giorni scorsi delibera di portare in Consiglio un ordine del giorno che prevede la chiusura dell’asilo. I bene informati raccontano di una minaccia di dimissioni di Romanelli qualora non si fosse proceduto come dal medesimo richiesto. Non so se questo corrisponda al vero così come non so quali siano gli argomenti posti a motivazione dell’ordine del giorno. Ma di una cosa sono sicuro: non parlano di bambini.
E sì, perché in tutti questi mesi spesi a dialogare con un interlocutore che fingeva interesse, per poi comportarsi da politico nel senso più negativo che sia possibile dare al termine, non ho sentito mai una volta pronunciare la parola bambini. Eppure è di loro che si sarebbe dovuto parlare. Sarebbe stato bello che invece di astrusi argomenti dalle parole "project" o quant’altro fosse stato chiesto a me ed altri genitori come stavano in quell’asilo i nostri bambini ed immaginare per quelli delle nuove generazioni gli scenari più belli che noi genitori fossimo riusciti a delineare. E nel contempo cominciare e pensare come ridisegnare il servizio senza le sbavature che inevitabilmente sarebbero emerse dalle osservazioni di qualche altro genitore piuttosto che pensare solo a sopprimere.
Sarebbe stato bello che questa Amministrazione conservasse per i bambini della città l’occasione rappresentata da questo asilo, una realtà, una concretezza, non l’astrazione dei concetti di efficienza ventilati in un vuoto di idee e progetti.
Domani in consiglio si vota. Spero che ciascun consigliere, a qualunque schieramento politico appartenga si renda conto che la propria alzata di mano non riguarda una fredda voce di bilancio. Riguarda bambini, coloro che non hanno la forza di protestare il loro desiderio di rimanere insieme, il loro desiderio di continuare ad imparare e giocare con quelle che sono le loro maestre, nella loro aula, nel loro giardino, nella loro scuola. Alzare quella mano sará dare un gratuito schiaffo a quel sorriso con il quale ciascuno di questi bambini ci esprime quanto bene si trovi nel suo "asilo".
Sarebbe facile parlare a questa Amministrazione di impresentablità politica e conseguente responsabilità del vuoto di idee che caratterizza il loro piano scolastico (e conseguente riflesso sociale sulle famiglie) come sarebbe facile farlo a ciascuno dei consiglieri che domani pensa di alzare la mano.
Ma non ho preso la mia iniziativa per ragioni politiche e non mi lascerò andare neanche in questo momento di profonda indignazione da cittadino. Voglio continuare a pensare da genitore come tanti lo sono coloro che leggono e che domani dovranno alzare la mano. Voglio continuare a parlare di bambini visto che non lo fa chi dovrebbe per carica istituzionale. E spero che ai bambini riescano a pensare tutti domani in Consiglio. Ma prima di alzare la mano».
Dario Di Nucci